Secondo
il nostro punto di vista il PGT è uno strumento che deve tendere a
collegare il territorio in maniera organica, naturale, aumentandone
il valore finale secondo un concetto olistico.
Il verde quindi come parte del
paese, del Territorio, va visto come il tentativo costante di creare
un dialogo equo e sostenibile tra essere umano, pianificazione e
natura. Ecco perché il PGT non va visto come strumento che permetta
sempre nuove ulteriori edificazioni e cementificazioni nocive
all’ambiente ed agli esseri viventi. Diamo quindi molta importanza
allo sviluppo delle reti ecologiche e al tentativo di sostenere
l’attività agricola anche in funzione della salvaguardia del
paesaggio.
Con
questa logica, come Legambiente abbiamo presentato alla Provincia di
Lecco le nostre osservazioni al Piano Cave ed in particolare abbiamo
chiesto di stralciare
dalla ipotesi di escavazione l’area fra Villatico e Borgonuovo.
Intervenire in questa zona compresa fra i nuclei abitati di Villatico
e Borgonuovo vuol dire mettere a repentaglio la qualità della vita
degli abitanti, a causa dei rumori degli escavatori, della
polvere causata dalla ferita e dal passaggio degli
autocarri, con evidenti ripercussioni negative anche sulla
mobilità interna. Gli stessi insediamenti agricoli/residenziali ne
avrebbero un danno evidente dall'apertura di questo giacimento che si
collocherebbe in un settore del paese che ha le caratteristiche di
centro urbano rurale. Poichè l'intervento si collocherebbe in un
conoide dove scorre il torrente Perlino, sicuramente ne saranno
influenzate le falde acquifere sotterranee, senza contare la presenza
di un'area a rischio idrogeologico molto elevato, presente
limitatamente alla parte Ovest. Inoltre,
mettere a rischio attività agricole presenti per cavare un materiale
che qualitativamente, per la presenza di mica muscovite, non è di
grande qualità, come testimoniano gli esperti muratori della zona,
non sembra una buona programmazione.
Ci
ha quindi meravigliato come nel Rapporto ambientale del luglio 2012
del PGT di questo Comune si trovi scritto a pag. 90 che “Dal punto
della fattibilità tecnica è possibile individuare un’area il cui
sfruttamento in termini di estrazione di sabbia e ghiaia è
fattibile” lasciando aperta ogni soluzione anche se “appare più
rilevante la tutela dell’ambiente e del territorio”.
Siccome
il Piano Cave non è stato adottato, noi
riteniamo invece importante che il R.A. e la Vas prendano una netta
posizione contro l’apertura di tale cava,
con le evidenti ragioni negative di ordine ambientale, sanitario,
paesaggistico e di traffico indotto, da noi indicate alla Provincia
di Lecco.
Il consumo di suolo
nel Comune di Colico ha avuto un incremento del 31% dal 1999 al 2007
secondo l’elaborazione di Legambiente dei dati Dusaf del gennaio
2010. In valore assoluto sono quasi 1 milione di m2, quasi 98
ettari.
Si tratta di costruzioni e
infrastrutture che hanno ricoperto i conoidi, non proporzionali ai
bisogni di crescita della popolazione perché questa è aumentata del
20%, ma, per una parte consistente, legate ad una domanda immobiliare
di tipo speculativo e allo sviluppo delle seconde case."
Dal comunicato stampa di Goletta dei laghi 2010, la
campagna di Legambiente che monitora la qualità dell’acqua nelle
spiagge:“Ma la reginetta del cemento sul lago di Como è il comune di Colico (LC) che sta operando una sistematica saturazione degli spazi della piana e che ha realizzato ben 98 ettari di nuova urbanizzazione, con una crescita del 31% rispetto ai 313 ettari di superficie urbanizzata nel 1999. Colico da sola ha realizzato più cementificazioni di quanto non abbiano fatto le intere città di Como e Lecco insieme (la prima ha visto crescere l'urbanizzato di 72 ettari, pari ad una crescita del 4% negli otto anni, nella seconda il cemento ha ricoperto nello stesso periodo 22 ettari, in aumento del 2% rispetto alla superficie urbanizzata nel 1999). Ad impressionare è il dato che emerge dal confronto con l'incremento demografico. Colico sta conoscendo una fase di forte crescita di popolazione, ma questo non giustifica l'aumento di superficie urbanizzata pari a 1032 mq per ogni unità di incremento demografico, un valore 8 volte superiore a quello dei capoluoghi e dei centri più popolosi del basso lago: o i nuovi abitanti di Colico sono tutti miliardari, oppure, cosa molto più probabile, la gran parte delle nuove unità immobiliari sono i cosiddetti 'letti freddi', seconde case destinate a restare vuote per molti mesi all'anno.”
Bisogna anche considerare che con l’approvazione della variante parziale di PRG del 2011 relativa all’ampliamento del Polo Produttivo, altri 7 ha di suolo naturale potranno venir sigillati con un incremento del 12% rispetto all’area PIP, attuale.
La perdita irreversibile
di suolo agricolo e naturale che ha avuto un’accelerazione
preoccupante negli ultimi anni in particolare in Lombardia, impone
una verifica della quantità e della qualità di questo consumo fuori
misura anche in rapporto ai bisogni reali.
E’ necessario allora che
nel Pgt sia indicato quanto suolo è stato cementificato del
territorio di competenza e in quanto tempo e per quale uso, quanto
suolo agricolo è andato perso, quanto suolo naturale, con quali
benefici per l’economia locale e la qualità della vita degli
abitanti e con quali ricadute sull’ambiente.
I dati sulle nuove
residenze mostrano un forte scarto tra l’incremento degli abitanti
e quello dei nuclei familiari, assume pertanto particolare importanza
la verifica delle effettive residenze.
Manca l’indagine
rispetto all’utilizzo del costruito. Prima
di tutto per evitare che ci sia un consumo di suolo che non risponde
alle esigenze abitative, poi per non favorire una pratica di
speculazione che fa del costruito la base per finanziamento di nuove
costruzioni indipendentemente dal loro reale utilizzo.
Colico
è un territorio a forte connotazione agricola in cui si è
concentrato lo sviluppo insediativo di tipo abitativo (saggiamente
per quello industriale è stata prevista la concentrazione nel Polo
produttivo di interesse sovracomunale - vedi art.29 c.3 C. NdA del
PTCP) che contrasta con gli elementi costitutivi della Rete
ecologica.
La
problematica dei corridoi ecologici e delle aree agricole è stata a
nostro giudizio affrontata in modo poco approfondito o impreciso.
E’
importante una apposita e chiara cartografia (c’è da “annegare”
nell’enorme serie di tavole e cartografie) che individui gli ambiti
agricoli di livello strategico “prevalente” sulla disciplina
urbanistica comunale.
Nel
R.A. a proposito del sistema paesaggistico ambientale e della
connettività ecologica si dice che al PGT è demandato
l’individuazione e il recepimento della rete ecologica e della rete
verde provinciale e il compito di individuare le aree destinate
all’agricoltura, gli ambiti a valenza ambientale e paesistica di
rilievo locale e normare gli elementi della Rete ecologica di rilievo
locale.
Si
dice ancora che le dinamiche di sviluppo stanno tuttora creando una
separazione fra ecosistema e risorse territoriali.
Si
afferma che “di
fronte ai processi di frammentazione in atto sul territori si rende
necessario ridurre gli effetti barriera generati dalle infrastrutture
lineari attraverso opere di ingegneria naturalistica che ne
permettano il superamento e che garantiscono fasce di
riqualificazione paesistico ambientale.”
Ma
la VAS viaggia con il Piano ed il Piano contempla tutti questi
interventi? Non ne abbiamo trovato esempi significativi.
Si
perpetua così in questo Piano la tendenza a ripercorrere la strada
dell’occupazione di ogni spazio inedificato ancora esistente, senza
un cambiamento concettuale nel programmare gli interventi, con un
conseguente proliferare di aree da edificare sotto diversa
denominazione:
-ATU
ovvero ambiti di trasformazione urbana; questa tipologia di aree di
intervento è suddivisa in 12 differenti ambiti, per un totale di ST
interessata pari a circa mq. 62.264.
-ATE,
ovvero ambiti di trasformazione di espansione; questa tipologia di
aree di intervento è suddivisa in 10 differenti ambiti, per un
totale di ST interessata di mq. 83.864
Per
una superficie territoriale complessiva di trasformazione che
coinvolge gli ambiti ATE e ATU pari a circa 146.128 mq.
Interessante
sarà verificare per ognuna se siano rispettate tutte le condizioni
per poter edificare : per la frammentazione degli interventi distanti
dalle Stazioni e dalle linee di trasporto pubblico su gomma,
criticità sono evidenti a riguardo delle condizioni
di accessibilità sostenibile.
In
un prospetto che riassume tutti gli ambiti di intervento (ATE-ATU)
e loro ricadute ambientali si dice testualmente:
“Gli
interventi previsti per ottenere un impatto minore rispetto a quello
calcolato sono di vario genere e consistono sia in interventi di
mitigazione/compensazione tramite la creazione di varchi ambientali
e a
livello macro, la creazione del previsto PLIS dei Montecchi (con la
capacità degli alberi di filtrazione degli inquinanti atmosferici)
che in soluzioni tecnologiche”
ecc.
In
altra parte del R.A. (pagg.114-115-116), come soluzione alle carenze
nel sistema paesaggistico ambientale e connettività ecologica, …
in un contesto in cui le dinamiche di sviluppo del Comune di Colico
hanno creato e tuttora stanno creando separazione fra ecosistema e
risorse territoriali ecc. si
rende necessario ridurre
gli effetti barriera generati dalle infrastrutture lineari attraverso
opere di ingegneria naturalistica che ne permettano il superamento e
che garantiscano fasce di riqualificazione paesistico-ambientale.
A
questo punto ci aspettiamo di leggere quali siano gli interventi e
invece ci dicono che “ il PLIS proposto dei “Montecchi di
Colico”può essere a ragione considerato come passaggio intermedio
del “sistema verde”della Provincia di Lecco, elemento per la
costruzione della Rete ecologica sovra comunale e interprovinciale,
in collegamento con il SIC/ZPS esistente del Pian di Spagna/Lago di
Mezzola (perché non si cita la voce RISERVA?) quasi a fascia
cuscinetto esterna allo stesso verso l’abitato di Colico.
E’
stata presa in considerazione la DGR 30/12/2009 RER, in particolare
per il riferimento puntuale a Colico?
Carta
DP02 Strategie d’intervento
Riteniamo negativa e da
respingere la proposta di istituire il Plis
dei Montecchi
- in quanto l’unica soluzione positivamente gestibile per la valorizzazione del territorio sotto l’aspetto paesaggistico, ambientale e culturale è l’istituzione della riserva collegata con quella del Pian di Spagna con il quale vediamo incoerente proporre un collegamento attraverso un ponte, come leggiamo nel rapporto ambientale.
- sotto l’aspetto di tutela ambientale in quanto l’area compresa nel Pram era stata saggiamente regolamentata con una Normativa approvata dall’Assemblea della Comunità Montana del 26/7/1994, poi approvata con delibera Consiglio Provinciale n.51 del 28/6/1996 e in seguito diventata parte integrante del PTCP 2004 come Scheda 3a fra le schede progetto inserite nei Progetti dei Territorio, riportata nella Tavola “Quadro strategico Territoriale” del PTCP – Ambito Territoriale IL LARIO ORIENTALE-Sistema paesaggistico-ambientale;
- perché la proposta di trasformare un sistema territoriale a valenza sovracomunale di elevato interesse storico ed ecologico-ambientale il cui progetto necessita di un sovvertimento dei tradizionali processi di trasformazione antropica del territorio, conferendo alle esigenze della natura un ruolo prioritario, in un semplice PLIS non pare logicamente approvabile dalla stessa Provincia, che già nel Quado Strategico-Progettualità aveva annotato la presenza di proposte per l’inserimento dell’area nella Riserva del Pian di Spagna;n
- non è chiara come sia stata avanzata in questa fase di elaborazione del PGT la proposta di PLIS ai Montecchi, che rappresenterebbe un arretramento nella valorizzazione e salvaguardia di questo importante sistema.
Chiediamo
la
cancellazione
della
proposta
e
la
definizione
di
un
percorso
per
arrivare
all’unificazione
con
la
Riserva
Pian
di
Spagna
Lago
Mezzola,
mantenendo
però
le
norme
oggi
vigenti
nel
PRAM
o
rendendole
più
efficaci.
Attualmente
si
potrebbe
subito
allargare
i
confini
del
Pram.
Più
logico è fare la richiesta (e noi lo facciamo) che il territorio
montano di Colico venga aggregato a quello individuato nella scheda
1a del PTCP per la costituzione del PLIS Monte Legnone, Alta
Valvarrone e Alta Valsassina. Per i riferimenti storico-ambientali
segnaliamo il volume di Giovanni Del Tredici e Elena Fatterelli “
Colico e il Monte Legnone - Sentieri e Storia”
A
riguardo del Pram, ci preoccupa come nel PGT non trovi alcun
riferimento alla soluzione dei risultati attesi elencati nella scheda
3a del PTCP e non siano stati concretamente valorizzati gli elementi
di sensibilità ed attenzione ambientale presenti, anzi troviamo
perfino nel R.A. che fra gli elementi di criticità presenti nel
territorio è indicata l’assenza di un collegamento pedonale fra
il Forte di Fuentes e la Riserva Pian di Spagna (per andare ad
acquistare i prodotti nella fattoria in costruzione!!!???).
La
logica con cui sono stati affrontati gli interventi in due aree
all’interno del PRAM ( vedi in seguito proposte per ATE 09 e ATE
10) denotano una mancanza di attenzione per l’ambiente.
Al
Laghetto si vuole inserire una inutile non prevista nuova strada nei
prati, al Lido si sposta verso il lago allargando nel verde uno
spazio per camper, in un’area che nel PTCP 2008 Tav.Scenario 9C-“Il
rischio di degrado paesaggistico” è segnalata con una R maiuscola
verde (Rischio degrado), mentre la Via dei Ciacc è considerata nel
Quadro strutturale-Valori paesistici e ambientali-Tav. 2-A fra gli
Ambiti di prevalente valore fruitivi e visivo-percettivo, per cui a
norma dell’art. 21 NdA tutela paesaggistica della viabilità
esistente (P) c. 5 si deve mantenere una fascia di rispetto
paesaggistico larga 300 m. parallela alla via nell’area Marcetti
per lasciare libera la visuale verso il lago.
Il
PRAM, inglobato nel PTCP, di cui riconosciamo l’importanza
innovativa e che prevede un’area a verde di interesse
paesaggistico, non offre una base valida per la trasformazione
prevista nella scheda. La previsione sposta l’area edificabile in
una zona diversa da quella prevista dal PRAM (peraltro mai utilizzata
in vent’anni) sacrificando una ulteriore superficie di prato
coltivato verso lago.
Non
approviamo quanto previsto.
Chiediamo
che l’indicazione dell’edificato nel PRAM venga spostata tra il
campo sportivo e il lago, dove del resto, nella carta DP 01 è zona
indicata come riqualificazione e concentrazione di servizi, mentre
nell’area attigua alla via dei Ciacc venga individuato un
parcheggio a servizio del campo sportivo e del lido. In questo modo
salvaguardiamo una fascia di verde, non facciamo insediamenti davanti
al lago mantenendo la visuale aperta dalla via dei Ciacc. Inoltre
l’area è anche la continuazione fino alla riva del corridoio
ecologico individuato nella carta DP 01 del Documento di Piano.
Resterebbe così modificato in meglio la tutela della biodiversità,
del verde e della veduta paesaggistica che il PRAM vuole tutelare.
Nello
stesso corridoio ecologico di grande importanza riteniamo
contrastante con la difesa della biodiversità inserire un nuovo
percorso pedonale che dalla via dei Ciacc corre lungo la base del
Montecchio sud, lato verso nord fino al lago. Questo corridoio è
molto importante come rifugio degli ungulati per la riproduzione del
tasso e di diverse specie di animali anche per la presenza dei
canali. Per ragioni ecologiche (presenza fauna, canali, zona umida,
zona rifugio caprioli e tasso ecc:) è
da eliminare la proposta di ciclopista da via dei Ciacc al Lago zona
entrata Osio
lungo la base verso Est del Montecchio Sud.
Per
la circolazione ciclo-pedonale la via dei Ciacc svolge egregiamente
la sua funzione. Basta inserire alcune piazzole di interscambio fra
auto e bici, con rigorosa applicazione dei 30 km. all’ora.
Questo
ambito di trasformazione è collocato in un’area agricola dì
interesse strategico e paesaggistico e nel cono di visuale indicato
come luogo privilegiato per la percezione del paesaggio.
Sulla
Carta DP 01 sono segnati in celeste percorsi di rogge e torrenti (o
che si presume siano tali) che però non sono riportati nella legenda
e neppure segnati come corridoi ecologici.
Nella
Tavola DP 05 b l’area è inquadrata come tessuto urbano consolidato
e ciò non corrisponde al vero. Deve essere invece definita come
ambito agricolo d’interesse strategico (AAS) e di prevalente
valenza ambientale (AVA).
ATE
09 VIA Laghetto
Nella
Tavola DP 05 b l’area è inquadrata come tessuto urbano
consolidato.
Invece
deve essere definita come ambito a prevalente interesse paesistico
ambientale (APA).
Nell’ottica
di valorizzare le aree di interesse strategico, chiediamo
l’eliminazione
di questo ambito di trasformazione, prima di tutto perché in
contrasto con le norme del PRAM. Nell’art. 10 zone T, paragrafo
Laghetto, la destinazione ammessa è solo
per “attività di ristoro e di servizio per la balneazione e gli
sport acquatici” anche in funzione di supporto al porticciolo.
Quindi bisogna
cancellare la strada e allargare il
parcheggio sotto la stazione con regolamentazione del transito su via
Laghetto a 30 km/h.
ATE 10 via Conti
Alberti – loc. Cascina Braghetti
Chiediamo
la cancellazione di questo ambito di trasformazione e che l’area
sia definita come ambito di rilevanza locale per l’attività
agricola (AAL) come le aree contigue, con le
seguenti motivazioni:
-si tratta della porzione
di un’area, quella della località Cascina Braghetti,
sufficientemente estesa per essere interessante per l’attività
agricola;
-si pone come una frattura
fra aree agricole contrastando così l’obiettivo di non frazionare
le aree agricole, favorendone anzi il compattamento; nello stato di
fatto si parla di aree prative intercluse fra l’edificato a est e a
ovest, ma non si fa cenno del fatto che è intercluso fra aree AAL di
ben maggiore estensione a nord e a sud;
- nella Tavola DP 05 b del
Documento di Piano l’area è inquadrata come tessuto urbano
consolidato. E’ però al centro di due ambiti di interesse sovra
provinciale e di rilevanza locale per l’attività agricola (AAL).
- nella Scheda ATE 10 è
descritta come area prativa non classificata ai margini
dell’urbanizzato esistente.
Nel Rapporto Ambientale
bisogna dare maggiore risalto e valore alla presenza dell’area
Ramsar.
Riportiamo infine
alcuni risultati dell’elaborazione del Questionario restituito dai
cittadini
che ci sembrano
significativi:
l’80% ha individuato
l’ambiente come argomento fondamentale per il futuro del comune.
Gli altri argomenti si attestano sul 30-40%
L’opera opera pubblica ritenuta prioritaria è il
potenziamento dell’acquedottoIl primo problema da affrontare sono i parcheggi e il traffico
Il 46% è per lo sviluppo, ma di questi il 72% è per il recupero dell’edificato 72%
Altre
richieste:
- E’ stata inserita la ciclopedonale di m.3.100 dalla Stazione FFSS al polo produttivo (vedi Agenda strategica Polo produttivo di Colico 31/3/2011)?
- Rifacimento e potenziamento acquedotto.
- Predisposizione di un piano del traffico con razionalizzazione dei movimenti. Nessuna nuova tangenzialina verso monte parallela all’attuale strada del Centro, In casi di emergenza dividere i sensi di marcia fra il centro e la via esistente verso lago sotto la stazione.
- Vietare l’attraversamento del centro cittadino (rigorosamente 30 Km orari) ai mezzi pesanti organizzando il passaggio attraverso la super come pure delle auto che da Sud vanno al Fuentes e viceversa (come già prevede il piano di emergenza)però con la costruzione di due svincoli a Piona (uscita per chi arriva da Nord ed entrata di chi va verso Nord).
Ci
auguriamo che, per le osservazioni e le proposte sopra elencate e
motivate, nella fase successiva rappresentata dalla raccolta,
dall’esame e dalla valutazione delle osservazioni e dei pareri
pervenuti, con presa d’atto dei pareri obbligatori, l’ Autorità
competente per la Vas, d’intesa con l’Autorità procedente,
elabori un parere motivato, orientato al rispetto dell’ambiente e
in tal senso vincolante, con revisione del Rapporto Ambientale e del
Documento di Piano.
Bellano,
6 ottobre 2012
Costanza
Panella
a
nome
del
circolo
Lario
Sponda
Orientale
e
del
circolo
di
Lecco
Colico
11 ottobre 2012 - 2° Conferenza di VAS.
Integrazione
alle osservazioni e proposte al Piano di Governo del territorio del
Comune di Colico presentate in data 6/10/2012.
Consumo
di suolo
La
quantità
di
aree
soggette
a
trasformazione
nel
corso
dei
prossimi
cinque
anni,
pur
non
volendo
optare
per
l’opzione
zero
che
qualche
Comune
in
Lombardia
ha
coraggiosamente
e
opportunamente
considerato
e
scelto,
deve
essere
drasticamente
ridotta,
oltre
che
per
le
considerazioni
già
sviluppate,
anche
alla
luce
di
una
ricognizione
degli
edifici
inutilizzati
che,
secondo
un
recente
ricerca
della
Cisl
con
il
Politecnico,
sono
6711
in
provincia
di
Lecco.
L’Amministrazione
può
inoltre
avvalersi
dello
strumento
della
compensazione
ecologica
preventiva
che
noi
abbiamo
più
volte
suggerito
nell’ambito
delle
Conferenze
Vas
(come
formulata
nella
proposta
di
legge
popolare
depositata
da
Legambiente
Lombardia
ed
ora
all’esame
della
commissione
Territorio
del
Consiglio
regionale):
qualora
effettivamente
si
ravvisi
l’impossibilità
di
utilizzare
le
aree
dismesse
per
soddisfare
i
bisogni
residenziali
o
produttivi
o
di
servizi,
prevedere
l’obbligo
di
cedere
al
Comune
gratuitamente
una
superficie
grande
il
doppio
di
quella
su
cui
verrà
rilasciato
il
permesso
di
costruire,
attrezzata
ecologicamente
e
da
quel
momento
inedificabile,
compensando
così
la
perdita
di
suolo
vergine,
un
bene
della
collettività.
Nella
definizione
dei
criteri
per
l’applicazione
dell’istituto
dell’Incentivazione,
suggeriamo
di
utilizzare
soltanto
la
leva
fiscale,
in
particolare
la
riduzione
degli
oneri
di
urbanizzazione,
escludendo
l’incremento
dei
diritti
edificatori.
Suggeriamo
di aggiungere all’elenco dei criteri e indicatori della qualità
dell’intervento la rimozione dell’amianto, la sostituzione dei
tetti in eternit con pannelli fotovoltaici e la messa in atto di
sistemi costruttivi anti-radon sia nelle ristrutturazioni sia nelle
nuove edificazioni.
"E’
stata
presa
in
considerazione
la
DGR
30/12/2009
RER,
in
particolare
per
il
riferimento
puntuale
a
Colico?
La
prescrizione
di
mantenere
e
deframmentare
i
varchi
fra
Corte
e
Borgonuovo
trova
applicazione
nel
Piano
delle
Regole?
Istituzione
nuove
aree
protette
o
ampliamenti, secondo
le
Linee
guide
del
PRAP-Piano
Regionale
Aree
Protette (
vedi
DGR
8/6238
del
19/12/2007):
PROPONIAMO
(ovviamente cancellando il riferimento al PLIS) IL PARCO
REGIONALE LEGNONE,VAL VARRONE,PIZZO TRE SIGNORI dove fra i
comuni è presente Colico. Questa area (n.61 Orobie) è indicata come
prioritaria per la biodiversità dalla DGR 10962 del 30/12/2009.
In
sintonia
con
le
Linee
Guida
regionali
CONDIVIDIAMO
l'indicazione
per
un
possibile
ampliamento
della RISERVA
Pian
di
Spagna-lago
Mezzola
riguardante
i
comuni
di
Colico,
Gera
L.,
Sorico,
Novate
M.,
Samolaco,
Prata
Camportaccio
e
Gordona.
Per
Colico
valgono
i
confini
del
PRAM
nel
PTCP
e
le
stesse
norme,
con
qualche
integrazione
migliorativa
sotto
l'aspetto
della
salvaguardia
della
biodiversità
e
del
paesaggio
in
quanto
dopo
quasi
vent’anni
la
cultura
ambientalista
dovrebbe
sostenere
norme
più
incisive.
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