Il
consumo
di
suolo
in
Italia
non
è
più
un
tema
sconosciuto.
Anche
il
premier
Monti
l’ha
nominato
in
un
incontro
internazionale
due
mesi
fa.
Abbiamo
cominciato
a
studiarne
le
caratteristiche
morfologiche
e
quantitative.
Sappiamo
qual
è
stata
la
leva
che
ha
reso
possibile
il
suo
manifestarsi:
l’automobile,
con
il
formidabile
aumento
della
mobilità
di
persone
e
merci,
che
ha
reso
accessibili
alla
rendita
urbana
spazi
altrimenti
riservati
alle
produzioni
agricole
e
forestali.
Questa consapevolezza, ormai condivisa, è il risultato di poco più di un lustro di lavoro del Centro di Ricerca sui Consumi di Suolo che Legambiente ha attivato insieme con l’Istituto Nazionale di Urbanistica e il Politecnico di Milano.
Nei
percorsi
di
stesura
dei
Piani
di
Governo
del
Territorio
dei
Comuni
abbiamo
spesso
riscontrato
che
alle
premesse
sulla
riduzione
del
consumo
di
suolo
non
corrispondevano
disposizioni
conseguenti.
L’11
ottobre
scorso
abbiamo
presentato
le
nostre
osservazioni
alla
seconda
conferenza
Vas
del
Comune
di
Colico,
incoronato
reginetta
del
cemento
nel
2010
da
Goletta
dei
laghi
perché,
con
un
aumento
di
popolazione
non
proporzionale,
dal
1999
al
2007,
ha
aumentato
l’edificato
del
30%,
313
ettari.
Il
nuovo
piano
prevede
la
possibilità
di
edificare
su
altri
35
ettari.
Troppi,
anche
considerando
la
copertura
dei
conoidi
già
avvenuta
e
i
7
ettari
di
ampliamento
del
polo
produttivo
previsti
dalla
variante
di
PRG
del
2011.
Oltre
che
la
quantità,
le
nostre
osservazioni
riguardano
le
scelte
degli
ambiti
da
trasformare,
dentro
l’area
protetta
del
Pram
dei
Montecchi
e
nelle
residue
aree
agricole.
I
risultati
del
questionario
con
cui
il
Comune
ha
raccolto
i
pareri
dei
cittadini
inducono
a
decisioni
più
coraggiose:
l’80%
ha
individuato
l’ambiente
come
argomento
fondamentale
per
il
futuro
del
Comune;l’opera
pubblica
ritenuta
prioritaria
è
il
potenziamento
dell’acquedotto.
Il
46%
è
per
lo
sviluppo,
ma
di
questi
il
72%
è
per
il
recupero
dell’edificato.
Nei
giorni
scorsi
la
Conferenza
Stato/Regioni
ha
approvato,
con
sostanziali
emendamenti
proposti
dalle
Regioni
rispetto
al
testo
proposto
dal
Ministro
Catania,
il
Disegno
di
Legge
cosiddetto
'Salvasuoli'.
Il
suolo
è
per
la
prima
volta
definito
'bene
comune
e
risorsa
non
rinnovabile
che
esplica
funzioni
e
produce
servizi
ecosistemici'.
Un
salto
culturale
e
giuridico
rilevantissimo.
La
legge, a differenza della versione iniziale, tutela TUTTI i suoli,
definendoli 'agricoli' in rapporto allo stato di fatto: non, cioè,
in rapporto alle destinazioni urbanistiche dei piani vigenti, e
questa è senz'altro la più grande innovazione, che recepisce anche
le osservazioni da noi inviate al Ministro tramite il coordinamento
nazionale 'Salviamo il Paesaggio'. Rispetto a tutte le superfici
libere da urbanizzazioni viene stabilito un obiettivo nazionale di
riduzione del consumo di suolo da cui discende un massimo di
superficie urbanizzabile ripartita tra le Regioni.
Inoltre
si stabilisce una moratoria delle urbanizzazioni (fatte salve quelle
per cui sono stati già emanati provvedimenti abilitativi edilizi o
urbanistici), per un massimo di tre anni, fino all'emanazione dei
provvedimenti che indicano le soglie tollerate di nuovo consumo di
suolo.
Accogliendo le nostre osservazioni, si stabilisce inequivocabilmente il divieto ai comuni di utilizzare le risorse derivanti da oneri di urbanizzazione per la copertura di spese correnti.
Ora la competenza di emendare e approvare o bocciare la legge passa al Parlamento. Legambiente vigilerà e farà pressione sui parlamentari perché si facciano carico di questa responsabilità.
Accogliendo le nostre osservazioni, si stabilisce inequivocabilmente il divieto ai comuni di utilizzare le risorse derivanti da oneri di urbanizzazione per la copertura di spese correnti.
Ora la competenza di emendare e approvare o bocciare la legge passa al Parlamento. Legambiente vigilerà e farà pressione sui parlamentari perché si facciano carico di questa responsabilità.
Ci
auguriamo
che
la
nuova
legge
liberi
i
Comuni
dal
dover
considerare
potenzialità
volumetriche
vigenti,
talvolta
non
facili
da
cancellare
ma
insostenibili
per
un
governo
equilibrato
del
territorio.
12
novembre
2012
Costanza
Panella
Coordinamento
provinciale di Legambiente
Nessun commento:
Posta un commento