Da anni la Carnazzola
produce qui calcestruzzo. La storia parte da una convenzione del 2003
con il Comune di Bellano che prevedeva che entro tre anni la
Carnazzola provvedesse alla rimozione del materiale depositato
nell’area a seguito dello scavo delle gallerie della superstrada,
utilizzandolo in un impianto temporaneo di produzione di
calcestruzzo, e al ripristino dell’area. La Carnazzola ha commesso
diversi abusi, tra cui l’interruzione di una strada consortile, e
ha utilizzato materiale proveniente dall’esterno per la produzione
di calcestruzzo. Alla scadenza della convenzione (dicembre 2006) la
Carnazzola si è rifiutata di togliere l’impianto e di bonificare
l’area, ricorrendo al TAR avverso le ordinanze del Comune. Intanto
l’Italmineraria, acquisita poi dalla Carnazzola, chiedeva alla
Regione la concessione per lo sfruttamento delle miniere della
Valvarrone con la trasformazione dell’area Corecco in pertinenza
mineraria per la frantumazione e lo stoccaggio del feldspato.
Malgrado l’opposizione del Comune che si richiamava alla
destinazione alla destinazione urbanistica dell’area, la Regione ha
concesso la pertinenza mineraria senza neppure assoggettarla alla
VIA. Inspiegabilmente dopo una sentenza del TAR che finalmente
respingeva gran parte dei ricorsi della ditta, il Comune di Bellano
ha sottoscritto lo scorso anno un contratto transattivo per risolvere
le questioni legali.
Così l’impianto è
rimasto e si è ampliato. Evidentemente alla Carnazzola questo non
bastava, anche perché le miniere sono da tempo ferme. Così nel 2011
ha chiesto alla Provincia di Lecco di poter realizzare un impianto
per il trattamento dei rifiuti comprendendo anche gli inerti
provenienti da demolizioni e scavi. Di qui la Conferenza del 9
febbraio che si è conclusa con una sospensione in attesa di
chiarimenti da parte della Regione Lombardia.
La storia di questi nove
anni è ben spiegata nell’intervista al Sig. Carnazzola pubblicata
sulla rivista Quarry and construction del settembre 2006: “La
nostra immobiliare costruisce sul lago di Como, località di
interesse paesaggistico ambita dagli stranieri: sono interessati a
comprare da queste parti gli inglesi, i tedeschi e gli americani …E
pensare che questa zona , solo 7 anni fa, era ‘morta’ …Poi c’è
stato l’effetto George Clooney, … che ha acquistato una splendida
villa nella zona di Laglio, ed ecco che le quotazioni del mattone
sono salite alle stelle. In realtà non è semplice costruire sul
lago, dove è notevole la pendenza e gli spazi tra la costa e la
ferrovia sono angusti. E non è facile soddisfare le esigenze dei
committenti anglosassoni, che richiedono metrature ampie e impianti
sofisticati. Ma è una sfida che ci piace affrontare e che dà, oggi,
grandi soddisfazioni.”
Il 17 luglio 2008 in
occasione della iniziativa di Goletta dei laghi di Legambiente un
gruppo di persone ha manifestato pacificamente la loro protesta
contro le illegalità commesse in questi anni dalla Carnazzola in
località Corecco a Bellano. Due proprietari dei terreni divenuti
inaccessibili a seguito dell’interruzione della strada consortile,
che hanno avuto il solo “torto” di essere presenti, hanno
ricevuto notizia di una querela da parte del Carnazzola per
violazione di domicilio. Secondo la denuncia sarebbero entrati nel
cantiere con l’automobile malgrado l’esplicito divieto del
titolare della ditta.
In realtà i due cittadini
sono venuti a piedi dalle loro abitazioni vicine al cantiere e non
sono assolutamente entrati nell’area del cantiere ma si sono
fermati fuori dal cancello come tutti i presenti possono
testimoniare. Gli stessi Carabinieri della Stazione di Bellano,
chiamati dalla Carnazzola, non hanno mosso alcuna contestazione.
Forse a Carnazzola ha dato fastidio che ricordassero alla stampa
presente la chiusura illegale della strada.
Il 7 marzo presso il
Tribunale di Lecco si terrà la prima udienza a seguito di quella
denuncia.
Angelo
OdoneAREA CORECCO A
BELLANO
Il 9 febbraio si è svolta
una Conferenza dei servizi presso la Provincia di Lecco sulla
richiesta della Carnazzola spa di un impianto per il trattamento di
rifiuti nella località Corecco di Bellano.
Da anni la Carnazzola
produce qui calcestruzzo. La storia parte da una convenzione del 2003
con il Comune di Bellano che prevedeva che entro tre anni la
Carnazzola provvedesse alla rimozione del materiale depositato
nell’area a seguito dello scavo delle gallerie della superstrada,
utilizzandolo in un impianto temporaneo di produzione di
calcestruzzo, e al ripristino dell’area. La Carnazzola ha commesso
diversi abusi, tra cui l’interruzione di una strada consortile, e
ha utilizzato materiale proveniente dall’esterno per la produzione
di calcestruzzo. Alla scadenza della convenzione (dicembre 2006) la
Carnazzola si è rifiutata di togliere l’impianto e di bonificare
l’area, ricorrendo al TAR avverso le ordinanze del Comune. Intanto
l’Italmineraria, acquisita poi dalla Carnazzola, chiedeva alla
Regione la concessione per lo sfruttamento delle miniere della
Valvarrone con la trasformazione dell’area Corecco in pertinenza
mineraria per la frantumazione e lo stoccaggio del feldspato.
Malgrado l’opposizione del Comune che si richiamava alla
destinazione alla destinazione urbanistica dell’area, la Regione ha
concesso la pertinenza mineraria senza neppure assoggettarla alla
VIA. Inspiegabilmente dopo una sentenza del TAR che finalmente
respingeva gran parte dei ricorsi della ditta, il Comune di Bellano
ha sottoscritto lo scorso anno un contratto transattivo per risolvere
le questioni legali.
Così l’impianto è
rimasto e si è ampliato. Evidentemente alla Carnazzola questo non
bastava, anche perché le miniere sono da tempo ferme. Così nel 2011
ha chiesto alla Provincia di Lecco di poter realizzare un impianto
per il trattamento dei rifiuti comprendendo anche gli inerti
provenienti da demolizioni e scavi. Di qui la Conferenza del 9
febbraio che si è conclusa con una sospensione in attesa di
chiarimenti da parte della Regione Lombardia.
La storia di questi nove
anni è ben spiegata nell’intervista al Sig. Carnazzola pubblicata
sulla rivista Quarry and construction del settembre 2006: “La
nostra immobiliare costruisce sul lago di Como, località di
interesse paesaggistico ambita dagli stranieri: sono interessati a
comprare da queste parti gli inglesi, i tedeschi e gli americani …E
pensare che questa zona , solo 7 anni fa, era ‘morta’ …Poi c’è
stato l’effetto George Clooney, … che ha acquistato una splendida
villa nella zona di Laglio, ed ecco che le quotazioni del mattone
sono salite alle stelle. In realtà non è semplice costruire sul
lago, dove è notevole la pendenza e gli spazi tra la costa e la
ferrovia sono angusti. E non è facile soddisfare le esigenze dei
committenti anglosassoni, che richiedono metrature ampie e impianti
sofisticati. Ma è una sfida che ci piace affrontare e che dà, oggi,
grandi soddisfazioni.”
Il 17 luglio 2008 in
occasione della iniziativa di Goletta dei laghi di Legambiente un
gruppo di persone ha manifestato pacificamente la loro protesta
contro le illegalità commesse in questi anni dalla Carnazzola in
località Corecco a Bellano. Due proprietari dei terreni divenuti
inaccessibili a seguito dell’interruzione della strada consortile,
che hanno avuto il solo “torto” di essere presenti, hanno
ricevuto notizia di una querela da parte del Carnazzola per
violazione di domicilio. Secondo la denuncia sarebbero entrati nel
cantiere con l’automobile malgrado l’esplicito divieto del
titolare della ditta.
In realtà i due cittadini
sono venuti a piedi dalle loro abitazioni vicine al cantiere e non
sono assolutamente entrati nell’area del cantiere ma si sono
fermati fuori dal cancello come tutti i presenti possono
testimoniare. Gli stessi Carabinieri della Stazione di Bellano,
chiamati dalla Carnazzola, non hanno mosso alcuna contestazione.
Forse a Carnazzola ha dato fastidio che ricordassero alla stampa
presente la chiusura illegale della strada.
Il 7 marzo presso il
Tribunale di Lecco si terrà la prima udienza a seguito di quella
denuncia.
Angelo
Odone
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