Comunicato stampa 6 febbraio 2012
Una Conferenza dei servizi è convocata il 9 febbraio dal Settore Ambiente della Provincia di Lecco in seguito alla richiesta di ampliamento degli impianti in località Corecco, nell’area acquisita dalla Carnazzola Spa e dalla sua controllata Italmineraria srl.
L’attività di produzione di calcestruzzo trae origine da una Convenzione del 2003 tra la Carnazzola spa e il Comune di Bellano per la bonifica dell’area dove la Mattioda aveva depositato materiali inerti provenienti dallo scavo delle gallerie della SS36. Entro tre anni la Carnazzola avrebbe dovuto rimuovere i detriti, trattandoli in un impianto temporaneo e provvedere al ripristino dell’area.
Numerosi e documentati sono stati gli illeciti commessi in questi anni oltre al fatto che la Convenzione con il Comune non è stata rispettata e gli impianti sono diventati permanenti e, come tali, abusivi.
Nel 2006 la Società Italmineraria ha presentato alla Regione una richiesta di concessione per lo sfruttamento delle miniere della Valvarrone con la trasformazione dell’area Corecco in pertinenza mineraria per la frantumazione e lo stoccaggio del feldspato. Ora le miniere sono chiuse e la pertinenza mineraria si è rivelata, confermando quanto da noi denunciato allora in Regione, il cavallo di Troia per mantenere l’impianto di betonaggio in dispregio delle norme tecniche attuative del PRG.
Con una lettera che riassume una vicenda paradossale, abbiamo chiesto al Comune di Bellano di opporsi, nella Conferenza dei servizi, all’ampliamento dell’impianto perché in contrasto con le Norme del Piano regolatore, e alla Provincia di valutare, per quanto concerne i provvedimenti di sua competenza, l’intera storia dell’intervento nell’area da parte del richiedente: bonifica non realizzata, pertinenza mineraria richiesta ed ottenuta dalla Regione ed ora richiesta di smaltimento rifiuti alla Provincia.
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