Domenica 2 dicembre 2018
In Lombardia
l’idroelettrico si fa sempre più piccolo. Diminuiscono le taglie
degli impianti e le produzioni energetiche, ma crescono gli impatti
ambientali delle captazioni
“E’ ora di dire
grazie ai corsi d’acqua lombarda per l’energia che ci donano. E
di voltare pagina, per puntare sulle nuove fonti rinnovabili”
Sabato 1 dicembre 2018
Legambiente ha promosso a Bellano (LC) un incontro di lavoro per
parlare dell’idroelettrico ai tempi dei cambiamenti climatici.
Tutti i fiumi dell’arco alpino, dal Friuli-Venezia-Giulia alla
Liguria, passando per la Lombardia, e i torrenti alpini sono ormai
sistematicamente captati a più riprese, lungo tutto il percorso, e,
quindi, deprivati della maggior parte della propria acqua, con gravi
danni ambientali e paesaggistici. Se nel corso del secolo scorso ciò
è avvenuto con la realizzazione di opere gigantesche, dighe,
condotte e centrali che ancora oggi producono una quota importante
dell’energia elettrica made in Lombardia, da anni ormai le
nuove realizzazioni si rivolgono al reticolo idrico minore, o ai
tratti di pianura dei corsi d’acqua.
Grafico
1 – Incremento del numero di impianti autorizzati in Lombardia nel
periodo 2013-2018.
Fonte:
elaborazioni Legambiente Lombardia da dati di Regione Lombardia
Il numero di domande per
la realizzazione di nuove derivazioni e impianti idroelettrici (mini
e micro idroelettrico) è cresciuto continuamente, in particolare
nelle regioni alpine e appenniniche, con migliaia di richieste in
fase di valutazione a fronte di migliaia di centraline già
realizzate. Nella sola Lombardia, a giugno 2018 (*),
risultano attivi 705 piccoli impianti sotto i 3000 kw senza
considerare le centinaia di richieste attualmente in fase di
valutazione.
N°
impianti per provincia
|
||||||
Province |
2013
|
2014
|
2015
|
2016
|
2017
|
2018*
|
BG |
100
|
128
|
132
|
135
|
142
|
149
|
BS |
147
|
182
|
202
|
215
|
220
|
230
|
CO |
14
|
17
|
18
|
19
|
18
|
18
|
CR |
9
|
10
|
16
|
16
|
16
|
15
|
LC |
27
|
29
|
30
|
30
|
30
|
30
|
LO |
12
|
14
|
13
|
14
|
13
|
13
|
MB |
0
|
1
|
1
|
1
|
1
|
1
|
MI |
18
|
25
|
23
|
25
|
28
|
28
|
MN |
10
|
15
|
14
|
16
|
23
|
24
|
PV |
16
|
20
|
13
|
18
|
30
|
30
|
SO |
108
|
108
|
114
|
127
|
129
|
134
|
VA |
22
|
24
|
25
|
30
|
32
|
33
|
totale |
483
|
573
|
601
|
646
|
682
|
705
|
Questo processo è
coinciso certamente con l’esigenza di incrementare la produzione di
energie rinnovabili prodotte dal nostro Paese per conseguire gli
obiettivi della Direttiva 2009/28/CE e il piano di azione nazionale
per le energie rinnovabili, ma ha determinato un intenso conflitto
con gli obblighi di qualità dettati da un’altra direttiva, la
2000/60/CE che invece impone la tutela e il miglioramento dei corpi
idrici.
“La vera sfida consiste
nel tenere assieme obiettivi energetici e ambientali.” – dichiara
Vanda Bonardo, responsabile Alpi di Legambiente “Per Legambiente il
futuro dell’idroelettrico italiano dipenderà dalla capacità di
mantenere o migliorare la produzione esistente con interventi di
revamping ed efficientamento soprattutto dei
grandi impianti. In pochi e limitati casi si potranno autorizzare
nuovi impianti (condotte idriche o salti esistenti). In tal senso si
auspica che il decreto incentivi per le fonti rinnovabili, ora in
Conferenza Stato-Regioni, si mantenga nella sua formulazione
originale che prevede appunto incentivi solo per gli impianti a basso
impatto ambientale”.
Dall’analisi dei dati
forniti da Regione Lombardia sulla potenza delle centrali installate,
emerge anche come negli ultimi anni la crescita delle derivazioni
avviene a beneficio di impianti con sempre minor potenza,
quindi con un minore beneficio in termini di produzione
rinnovabile. Non altrettanto avviene per il danno ambientale: le
interruzioni e le interferenze sui corsi d’acqua e sui versanti
sono sempre molto severe.
Grafico
2 – Decremento della potenza delle centrali installate nel periodo
2013-2018.
Fonte:
elaborazioni Legambiente Lombardia da dati di Regione Lombardia
“Abbiamo seguito e
sostenuto attivamente l'impegno dei comitati e degli alpigiani a
difesa dei corsi d’acqua dalle nuove captazioni. Ci siamo così
convinti che non si tratti di un conflitto tra due obiettivi
ambientali, tra produzione di energia rinnovabile e salvaguardia
dello stato ecologico dei corsi d'acqua e del paesaggio, ma di
un’opposizione a investimenti divenuti insostenibili sia
ambientalmente che economicamente, nonostante gli incentivi che, a
fronte delle scarse prestazioni riscontrate in termini di produzione
energetica, appaiono poco giustificabili, e sarebbe meglio venissero
concentrati su altre fonti rinnovabili che esprimono un potenziale
molto maggiore” sostiene Costanza Panella presidente del circolo
Legambiente Lario Orientale.
L’incontro
è anche occasione per presentare i risultati del monitoraggio delle
portate di alcuni torrenti del comasco e del lecchese effettuate
autonomamente da Legambiente e grazie al sostegno di Patagonia,
azienda da anni impegnata nella valorizzazione e protezione dei corsi
d’acqua di tutto il mondo. La considerazione generale è che 10
delle 12 misurazioni effettuate segnalano un valore di portata
inferiore al DMV teorico da rilasciare. Dato che, assieme alla
scarsità delle informazioni sembra meritevole di essere segnalato
alle autorità competenti per ulteriori accertamenti.
Tabella di sintesi delle
misurazioni effettuate nelle due stagioni sui torrenti indagati
Nome
del torrente e punto di campionamento
|
Deflusso
minimo vitale (DMV) teorico rilasciato
|
Misura
di portata rilevata in luglio 2018
|
Misura
di portata rilevata in ottobre 2018
|
Torrente
Albano 1
|
116
l/s
|
81 l/s
|
90 l/s
|
Torrente
Albano 2
|
116
l/s
|
64 l/s
|
86 l/s
|
Torrente
Varrone
|
159
l/s
|
117
l/s
|
371
l/s*
|
Torrente
Livo 1
|
133,5
l/s
|
78 l/s
|
117
l/s
|
Torrente
Livo 2
|
133,5
l/s
|
169
l/s
|
124
l/s
|
Torrente
Valpiana
|
Compensato
|
Torrente
totalmente secco
|
Torrente
totalmente secco
|
*Portata interamente rilasciata
“Consideriamo grave una
condotta dei concessionari idroelettrici che non garantiscono nemmeno
il rilascio del deflusso minimo vitale, ovvero della condizione
minima, e spesso insufficiente, che viene imposta in sede di rilascio
dalla concessione, proprio per impedire la morte del corso d’acqua.
Così come noi abbiamo rilevato portate al di sotto di quelle
autorizzate, vorremmo che ci fosse un impegno da parte delle
istituzioni pubbliche a svolgere attività capillari di controllo e
sanzionamento, che impediscano indebite rapine di risorse naturali”
conclude Damiano Di Simine, responsabile scientifico di Legambiente
Lombardia.
Bellano, 2 dicembre 2018
Per saperne di più : http://lombardia.legambiente.it/contenuti/dossier/lombardia-l-idroelettrico-si-fa-sempre-piu-piccolo
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