Le
critiche espresse dal presidente della provincia di Sondrio nei
confronti delle segnalazioni fatte da Legambiente su due casi di
grave minaccia agli ambienti montani ovviamente è umanamente
comprensibile, non fa mai piacere ricevere giudizi meno che
lusinghieri nei confronti della propria terra. Ma forse si poteva
essere un po' più signori nell'evitare - dall'alto di un alto ruolo
amministrativo - di lasciarsi andare sul social network a valutazioni
di tono francamente populista e da tifoseria. Intanto perchè i
giudizi di legambiente si basano su atti pubblici e dati oggettivi
nella sostanza incontestati e, francamente, non si può pensare che
autorizzare il 'bombardamento' di un versante montano per disgregare
milioni di metri cubi di granito sia un atto di amore alla propria
valle. Nè che lo sia il realizzare un impianto funiviario e un
sistema di piste da discesa su un versante d'alta quota
sostanzialmente incontaminato, forzando tutte le regole e i vincoli e
arrivando a chiedere niente po' di meno che al Presidente del
Consiglio dei Ministri una procedura 'indulgente' e speditiva per
consentire all'operatore attivo sul territorio livignasco di fare
quello che a qualunque altro cittadino non sarebbe consentito.
Ma poi è sulla retorica del lavoro che francamente non ci stiamo. Perchè ognuno fa il proprio, di lavoro: ci sono associazioni che, con grande intraprendenza, prendono a cuore la manutenzione della rete dei sentieri, o stanno pronti ad intervenire in caso di calamità naturali, o si occupano di accogliere i migranti, o di intervenire per alleviare la condizione delle nuove e vecchie povertà, o organizzano campi di volontariato o giornate di pulizia, magari insieme a noi nella giornata di Puliamo il Mondo, o si prendono cura dei castagneti come il nostro circolo di Chiavenna: la società civile è un grande mosaico di generosità e di senso del bene pubblico. Come lo è anche, in molti casi, l'amministrazione della cosa pubblica. Quello che però trapela dalle esternazioni social del Presidente, ed è francamente insopportabile, è l'idea che invece le associazioni di volontariato e di impegno civile debbano sì lavorare e adoperarsi per il bene pubblico, ma astenersi dal prendere una posizione ed esprimerla. Un'idea, francamente, un po' desueta dell'associazionismo, della spinta a fare cose insieme, ma anche a scambiare idee e competenze, a maturare e verificare giudizi, e a prendere parola sulla pubblica piazza... No, par di capire, finchè lavorate va tutto bene, ma non disturbate il manovratore. Un'idea che in passato ebbe maggiori fortune in diversi contesti culturali (pensiamo all'Opera Nazionale Balilla), ma che ora è superata, senza troppi rimpianti. Le associazioni di cittadinanza, la loro libertà di giudizio, il loro esercizio dei diritti di cittadinanza e quindi anche di critica, e perfino di costituzione in giudizio per la tutela dell'interesse collettivo, sono oggi ampiamente riconosciute, almeno nella parte del mondo in cui ci troviamo. Nel giudizio di quanti, Valtellinesi e Valchiavennaschi affezionati alla loro terra, ci hanno sottoposto i casi che abbiamo valutato e segnalato con bandiere nere, non c'è meno amore per la propria terra di quanto ne rappresenti, sul social network, il presidente della Provincia.
Damiano
Di Simine - Legambiente Lombardia
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