domenica 22 gennaio 2012

Richiesta di partecipazione al Piano di Settore del Demanio Lacuale

Al Direttore del Consorzio Lario e laghi minori
Alessandro Falanga
Al Dirigente Settore Territorio Provincia di Lecco
Ernesto Crimella
Al Dirigente Settore Territorio Provincia di Como
Giuseppe Cosenza


Bellano, 27 dicembre 2011

Oggetto: Osservazioni sull’avvio da parte del Consorzio del Lario e laghi minori della procedura
per la redazione del Piano di Settore del Demanio Lacuale e sul Documento di Scoping.
Chiediamo che i Circoli di Lecco, Lario Sponda Orientale e di Como siano inseriti fra le
Associazioni da invitare per le procedure VAS relative al Piano di settore del Demanio della
navigazione in rappresentanza dell’Associazione Legambiente Italia individuata quale Associazione
perseguente finalità ambientale a norma degli artt. 13 e 18 della L. 08.08.1986 n. 349, mediante
Decreto del Ministero dell’Ambiente del 20.02.1987 e ai sensi della legge n.108 del 2001 di
recepimento della Convenzione di Aarhus sull’informazione e partecipazione del pubblico in materia
di ambiente.

Invitiamo a tenere presente che per effetto dell' accordo del 10.04.2007 fra Provincia di Como,
Provincia di Lecco e Consorzio Lario e laghi minori, la nomina delle Autorità che dovranno seguire
le fasi di elaborazione del sopracitato Piano di settore, parallelamente alla procedura VAS, dovrebbe
essere così formulata:
Autorità proponente : Provincia di Como e Lecco (congiuntamente in applicazione delle specifiche
competenze e direttive in materia di programmazione sovracomunale sviluppate nei loro PTCP);
Autorità procedente : Consorzio Lario e laghi minori (per effetto dell'accordo sopracitato);
Autorità competente: Provincia di Como e Provincia di Lecco.
A nostro giudizio sembra logico che una diversa impostazione nella scelta delle Autorità richieste
dalla Legge per la Vas in rapporto al tipo di Piano da elaborare e approvare (infatti anche la sua
adozione avrebbe valore giuridico solo se approvato dalle due Province, anche tre se alcune norme
dovessero riguardare territori della provincia di Sondrio) aprirebbe il campo a ricorsi e ad
annullamenti.
Alcune note sul Documento di Scoping
Suggeriamo di aggiornare i dati riportati nel capitolo ‘DEMOGRAFIA’ e in particolare nel
paragrafo ‘La pressione insediativa sulla costa’. Sono infatti disponibili i dati di uso del suolo
Dusaf 2.1 di Regione Lombardia. A tal proposito citiamo il Rapporto 2010 CRCS (Centro di ricerca
sui consumi di suolo realizzato da INU, Legambiente e Diap). Segnaliamo anche il monitoraggio
2010 di Goletta Laghi dove l’attenzione si è concentrata soprattutto sul rapporto tra tasso di
incremento della classe ‘urbanizzato’ e saldo demografico nel periodo assunto dall’indagine DUSAF.
Ne riportiamo qui uno stralcio:
Lago di Como: nell'Alto Lario cresce un nuovo polo di concentrazione urbana
Nei 51 comuni che fanno corona alle acque del Lario, nelle province di Como e Lecco, il dato di superfici
urbanizzate al 2007 assomma ad oltre 6400 ettari, pari al 13% del territorio. Un dato che include entrambi i
capoluoghi provinciali, ma che appare elevato in considerazione del fatto che il Lario è completamente incluso nel territorio montano e che quindi i territori utilizzabili per l'edificazione sono sostanzialmente circoscritti ad un
discontinuo, e generalmente sottile, nastro costiero.
Tra 1999 e 2007, nel totale dei 51 comuni si è urbanizzata una quantità di territorio pari a 321 ettari, ovvero 40 ettari/anno, con un tasso di variazione di +5,3%. Per farsi un'idea di cosa significhi ciò, il paese di Laglio ricopre, con edifici, strade e piazze, una superficie urbanizzata di 37 ettari: dunque è come se ogni anno, sul Lago di Como, spuntasse una nuova Laglio.
Sui due capoluoghi di provincia, Como e Lecco, si concentra la maggioranza della popolazione lariana (il 57% per l'esattezza): è lecito dunque aspettarsi che gran parte degli edifici nuovi vengano realizzati proprio nei capoluoghi.
E in effetti nei capoluoghi (e soprattutto a Como) la velocità di urbanizzazione è pari a 11 ettari/anno
complessivamente. Ma ben il 73% dell'urbanizzazione è avvenuto al di fuori dei capoluoghi, di certo con una
notevole quota costituita da seconde case.
Alcuni comuni si fanno notare per tassi di urbanizzazione particolarmente alti: Dorio registra una crescita del 33% in 8 anni, avendo realizzato quasi 6 ettari di edifici nonostante il suo intero centro abitato ne misurasse solo 17 nel 1999. I valori assoluti sono altissimi a Colico, che sta operando una sistematica saturazione degli spazi della piana e che ha realizzato ben 98 ettari di nuova urbanizzazione, con una crescita del 31% rispetto alla superficie urbanizzata nel '99: Colico da sola ha realizzato più urbanizzazioni di quanto non abbiano fatto le intere città di Como e Lecco insieme (la prima ha visto crescere l'urbanizzato di 72 ettari, pari ad una crescita del 4%, nella seconda l'incremento nello stesso periodo è di 22 ettari, in aumento del 2% rispetto al 1999).
Elevati incrementi di superfici edificate si misurano anche in molti piccoli centri, come Laglio, Argegno, Menaggio, Carate Urio, Sala Comacina, Mezzegra, Valbrona, con una particolare concentrazione nelle zone dell'alto lago – Bellano, Perledo, Vercana, Sorico, Gravedona, Trezzone e Gera Lario, oltre a Colico, dove le urbanizzazioni stanno intasando lo spazio pianeggiante descritto dalle conoidi torrentizie, cancellando uno spazio da secoli investito a coltivazioni e prati. In comuni come Cernobbio, Lenno, Civenna, Bellagio, Cremia e Moltrasio il rallentamento del consumo di suolo, più che ad un comportamento virtuoso dell'amministrazione comunale, appare legato all'esaurimento dello spazio fisico disponibile per nuove espansioni urbane.

Il modello Technital sui diversi parametri per nuova portualità, attracchi, natanti in circolazione ecc.
va rivisto alla luce della nuova sensibilità ecologica delle popolazioni. Acqua e relativo demanio
come bene comune da non regolamentare solo secondo l'ottica di chi ha un mezzo per navigare,
ma di tutti coloro che desiderano e hanno diritto di goderne le qualità naturalistiche e
paesaggistiche (vedi balneazione, passeggiate in tranquillità senza ulteriori occupazioni delle spiagge
dei laghi con opere stabili-v. R.D. 25 luglio 1904 e s.m.i.).
E’ da escludere la correlazione nel piano tra seconde case e necessità di nuovi attracchi, porti ecc.. La
possibilità di posti barca è uno degli incentivi alla edificazione di seconde case. Non è la domanda di
posti barche, potenziale o reale, che deve governare il piano, ma la sostenibilità del lago sotto i vari
aspetti. In questo quadro il piano deve definire la capacità e la consistenza massima dell'offerta, con
una selezione qualitativa che assuma come parametro il minor impatto sia nelle tipologie delle
imbarcazioni (non più nuovi motoscafi) sia delle strutture (non più opere invasive e stabili, non più
interventi anche leggeri in tratti di costa classificata di valore naturale e paesaggistico).

Concludiamo queste prime indicazioni che riteniamo necessarie per un piano di settore sostenibile a
cui altre seguiranno, ricordando Bellano, non solo perché è il paese da cui scriviamo, come esempio
di ciò che non va fatto sul demanio: 3 darsene coperte, di cui una interrata, con parcheggi privati; un
porto insicuro e senza parcheggio, l’unica spiaggia del paese chiusa dalla recente struttura ‘lido’ che,
contro la stessa prescrizione della provincia, impedisce l’accesso pubblico alla battigia con la
costruzione di un ristorante; il Palasole, struttura comunale edificata alla foce del Pioverna ancora più
vicina al lago del punto in cui nel 1341 una piena del fiume si portò via la chiesa principale del paese
(aneddoto che può essere aggiunto al capitolo ‘Eventi catastrofici sulle coste e nelle valli lariane’).

Distinti saluti


Costanza Panella
a nome del Coordinamento Legambiente Provincia di Lecco

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