venerdì 2 dicembre 2011

Piano della Riserva Pian di Spagna e lago Mezzola

COMUNICATO STAMPA

Piano della Riserva Pian di Spagna e lago Mezzola


Il Nuovo Piano della Riserva “prescrive” nuove edificazioni
in zone umide pregiate: le cicogne rischiano lo sfratto dal Pian di Spagna!
Il Piano della Riserva ha visto nell’arco di oltre 6 anni una serie di rallentamenti, ritardi, passaggi
dall’Ente gestore alla Regione, e da questa ritornato al mittente, in quanto il Piano del Marzo 2008 non
era stato sottoposto a Valutazione Ambientale Strategica, come prevedeva la Deliberazione del
Consiglio Regionale del 13/03/07.
Il Piano del Marzo 2008 è stato di nuovo rielaborato, per cui abbiamo provveduto, come associazioni
che promuovono la tutela dell’ambiente e del paesaggio, a presentare osservazioni e proposte alla
scadenza del 9 agosto 2011.



Abbiamo purtroppo constatato che i contenuti del Piano non si avvicinano all’idea di gestione di una
Riserva ad alta valenza naturalistica.
Dobbiamo sottolineare come il Piano preveda un possibile incremento della superficie edificabile
nelle Fasce di Rispetto (FR) in una misura che va dal 20 al 40% (valore massimo in funzione delle
caratteristiche energetiche dell’edificato, come è scritto nel Rapporto Ambientale), con una prospettiva
di aumento della popolazione pari a 246 unità, con una corsa all’antropizzazione difficilmente
riscontrabile anche fuori dalla Riserva.
Praticamente quindi il Piano permetterebbe nuove edificazioni nella Fascia di Rispetto, cioè in
quell’area che dovrebbe circondare e proteggere le zone a maggiore naturalità, sottraendo terreno non
solo all’ambiente ma anche all’agricoltura, che da secoli viene praticata nella Riserva.
Riteniamo che questo tipo di uso, o meglio di consumo del suolo, dal quale purtroppo non si torna
indietro, non si addica al Piano di una Riserva che dovrebbe fare della protezione della natura e del
sostegno al turismo sostenibile la sua missione.
Anche il concetto di agricoltura non si sottrae a questa mentalità piuttosto datata: non viene infatti
favorita - e nemmeno citata- l’agricoltura biologica, mentre vengono permessi nella quasi totalità della
Riserva i “necessari”(secondo loro) concimi chimici, pesticidi e diserbanti.
Chi spera che vengano almeno risolte le criticità presenti da tempo nel territorio, prima fra tutte la
discarica Falck ma anche il frantoio di ghiaia e molti altri casi, rimarrà invece deluso. Non sono infatti
presenti nel Piano programmi d’intervento a breve termine e la soluzione di questi problemi potrebbe
attendere molti anni.
Infine, abbiamo riscontrato una scarsa attenzione a flora e fauna, in contrasto con gli scopi istitutivi
della Riserva- e non dimentichiamo che si tratta anche di un’Area Ramsar (Convenzione mondiale per
la protezione delle zone umide), di SIC (Sito di Importanza Comunitaria) e di ZPS (Zona a Protezione
Speciale per gli uccelli), cioè protetta non solo a livello regionale ma anche europeo- e con l’enorme
valore ambientale dell’area, che si trova lungo uno dei corridoi migratori più importanti d’Italia.
Invece di permettere interventi impattanti, come il taglio dei canneti, sarebbe auspicabile dedicare un
po’ di attenzione ed energie a progetti, anche piccoli, volti a rendere questo fazzoletto di terra e acqua
un po’ più ospitale per tutti gli organismi che trovano qui uno degli ultimi luoghi dove vivere
indisturbati.
Ci rendiamo conto che molti dei problemi che abbiamo elencato non sono la diretta conseguenza di
una scarsa attenzione da parte dell’Ente gestore: i tagli economici in corso hanno minato seriamente la
possibilità ai Parchi e Riserve di fare qualcosa di concreto per l’ambiente che hanno il compito di
proteggere e valorizzare: anche la Riserva del Pian di Spagna e Lago di Mezzola corre il rischio di
chiusura con grave danno per tutti. Molte sarebbero le azioni da intraprendere e sarà difficile vederle
realizzate, a partire dall’assunzione di un direttore e di personale qualificato e motivato.
Pensiamo purtroppo che la scarsità di risorse provocherà un danno enorme all’ambiente e all’uomo, in
particolare alle generazioni future, che non potranno ammirare e godere quello che vediamo noi oggi.
Tra i nuovi edifici che verranno costruiti, uno in particolare desta la nostra preoccupazione, in quanto
sarà realizzato in un’area importantissima per l’avifauna, a ridosso di una delle zone a maggiore
naturalità e vicino al fiume Adda e alle rive del Lario. Abbiamo presentato istanza alla Soprintendenza
per i Beni Architettonici e per il Paesaggio per cercare di fermare questo scempio e, se non avremo
altre possibilità di intervento, ci rivolgeremo alla Commissione Europea, nella speranza che uccelli e
farfalle possano continuare a volare sul Pian di Spagna e altri animali e vegetali trovino ancora un
habitat ideale per la loro sopravvivenza.

Sorico, 28 agosto 2011

Legambiente Lecco
Legambiente Lario Sponda Orientale
WWF Valtellina Valchiavenna
C.R.O.S. Centro Ricerche Ornitologiche Scanagatta - Varenna

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